Il sud trionfa al cinema. Oltre la retorica

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Il sud trionfa al cinema. Oltre la retorica. Oltre gli stereotipi.

Ai David 2018 è il trionfo soprattutto di Napoli e della Calabria.

E’ il trionfo della Napoli di “Ammore e malavita”, che guarda anche alle contraddizioni, agli stessi stereotipi ribaltandoli, utilizzando la bellezza in una chiave catartica, riscoprendola e inquadrandola sotto aspetti nuovi. E, per favore, non chiamatelo “semplicemente” musical: il film dei Manetti è creatività, innovazione e cinematografia allo stato puro, a 360 gradi, è un modo di fare cinema nuovo – appunto – per l’Italia, ma che è profondamente italiano, come gli stessi registi – che non sono del sud, ma nessuno se ne accorge – rivendicano, criticando il vezzo di guardare sempre oltreoceano, verso stili di racconto che non ci appartengono.

E’ la vittoria della Napoli della grande creatività: quella di “Gatta Cenerentola”, frutto di un lavoro interamente realizzato in questa città, da autori napoletani, con musicisti napoletani. Un film, non “solo” un film d’animazione, come sottolineato dai registi al momento della premiazione, ringraziando l’Accademia dei David proprio per aver inserito l’opera tra i migliori film. Un grande orgoglio, come ci aveva detto uno degli autori, Marino Guarnieri, intervenendo – lo scorso dicembre – , in qualità di giurato, al Pentidattilo Film Festival.

E’ la vittoria della Napoli della bellezza che conquista, che inebria, di “Napoli velata”, o della Napoli dei quartieri storici, della antica e nuova architettura, il cuore della città, che emerge ne “La tenerezza”.

E’ anche la vittoria degli artisti napoletani, che sul palco riescono a commuovere: le lacrime di un gigante, come Renato Carpentieri, un grande del teatro, ma anche della tv (indimenticabile il suo Valerio Cafasso in quel gioiello della serialità televisiva che è stato “La squadra”) e del cinema, che con Gianni Amelio ha saputo valorizzarlo. Un grande che, ritirando il premio, non ha paura di usare una parola bellissima come “tenerezza” e di parlare della necessità di rischiare, chiamando a lavorare i tanti attori bravi che esistono in Italia. Come Serena Rossi, altra eccellenza napoletana, poliedrica, emozionata ed emozionante, personaggio dell’anno, a nostro parere, sia in campo cinematografico che televisivo (non parliamo di rivelazione, perchè per noi è già una certezza, da tempo).

Ma è la vittoria anche della Calabria, di chi lavora in questo campo, dei giovani che cercano di portare sul grande schermo la loro creatività, come Alessandro Grande, vincitore del premio per il miglior cortometraggio con “Bismillah”, o di chi ha scelto di vivere in Calabria e di raccontarla, come Jonas Carpignano che con “A Ciambra” ha conquistato il premio per la regia e per il montaggio. Una vittoria che ha dedicato a Gioia Tauro, dove ha girato il film: un’opera che non è documentario, anche se dal taglio realistico, ma visto con l’occhio di un giovane grande autore, che sa filmare come pochi altri. Una vittoria che è anche quella del progetto Lu.Ca., ovvero della sinergia tra Calabria Film Commision e Lucana Film Commission, che ha sostenuto il film.

Ai David vince anche un film realizzato in Sicilia: premiato per la migliore sceneggiatura non originale “Sicilian Ghost Story” dei registi Antonio Piazza e Fabio Grassadonia, già vincitore al Sundance.

Insomma, il sud è sempre più protagonista: non una nuova tendenza – come oggi sembrano sottolineare tanti giornali, scoprendo improvvisamente la creatività di questi territori – bensì una tendenza che continua, da oltre 15 anni; una tendenza che cresce, sicuramente, forse più nella visibilità che nella creatività, che c’è sempre stata e che va soltanto scoperta e valorizzata. Sempre più. Con i premi, ma anche oltre i premi.